Giornalista slovacco ucciso, Vadalà arrestato a Venezia per droga e mafia
13.03.2018 15:03
Sebastiano Vadalà, 45 anni, era stato coinvolto nell'inchiesta slovacca su Kuciak insieme a due suoi fratelli. Nonostante la scarcerazione le indagini su di lui continuano anche su quel fronte.
Era stato rilasciato nell'indagine per la morte di Ján Kuciak. Ora scatta la custodia cautelare insieme ad altri dieci.
Torna in carcere Antonino Vadalà, l'uomo che è stato considerato al centro dell'inchiesta sull'omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata. Stavolta Vadalà è coinvolto in un'indagine della Procura di Venezia perché ritenuto responsabile insieme ad altre persone di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti con l'aggravante, per alcuni, dell'agevolazione mafiosa e del riciclaggio.
Diciassette in tutto i provvedimenti restrittivi emessi. E' stata disposta la custodia cautelare per 11 persone e i domiciliari e l'obbligo di dimora per le restanti sei. Vadalà è stato catturato in Slovacchia. "L'importanza dell'indagine sta anche nel coinvolgimento di alcuni personaggi che sono di grosso spessore nell'ambito della criminalità organizzata - spiega il procuratore capo, Bruno Cherchi - in particolare c'è Vadalà, arrestato per l'omicidio del cronista slovacco e poi rilasciato".
Diciassette in tutto i provvedimenti restrittivi emessi. E' stata disposta la custodia cautelare per 11 persone e i domiciliari e l'obbligo di dimora per le restanti sei. Vadalà è stato catturato in Slovacchia. "L'importanza dell'indagine sta anche nel coinvolgimento di alcuni personaggi che sono di grosso spessore nell'ambito della criminalità organizzata - spiega il procuratore capo, Bruno Cherchi - in particolare c'è Vadalà, arrestato per l'omicidio del cronista slovacco e poi rilasciato".
Sebastiano Vadalà, 45 anni, era stato coinvolto nell'inchiesta slovacca su Kuciak insieme a due suoi fratelli. Nonostante la scarcerazione le indagini su di lui continuano anche su quel fronte.
Fonte: La Repubblica 13.3.2018